Il 2015 si aprirà con la chiusura di Leroy Merlin ad Afragola

Il 4 gennaio 2015 chiuderà lo store(ex Castorama) ubicato nell'area denominata "Le Porte di Napoli" ad Afragola. Rischiano il posto circa 100 dipendenti.

Leroy Merlin di AfragolaBrutte notizie per l’economia campana. Dopo la fine di Eldo, anche un altro grosso marchio della GDO rischia di sparire nella nostra regione. Leroy Merlin ha annunciato che lo store di Afragola verrà chiuso definitivamente il 4 gennaio 2015. La notizia è stata comunicata venerdì sera(28 novembre) ai circa 100 dipendenti. L’Italia è diventato il Paese delle saracinesche abbassate.

Il grande store di ferramenta e bricolage è ubicato nell’enorme area commerciale di località Marchesa, meglio nota come “Le Porte di Napoli”. L’area ha già perso Mandi, Eldo e tanti negozi, piccoli e grandi. Inoltre l’ipermercato “Ipercoop” è diventato un supermercato, passando da 10 mila metri quadrati a soli 4 metri quadrati. Si può dire in pratica che l’area è diventata un cimitero di capannoni. Ma torniamo al “caso” Leroy Merlin. Prima di andare avanti, bisogna fare un po’ di cronistoria. Nel 2005 Bricocenter passa al gruppo Leroy Merlin. Nel 2006 il gruppo Leroy Merlin prende il nome di Adeo. Nel 2008 il gruppo Adeo tramite la controllata Leroy Merlin acquista i negozi italiani di Castorama. Il gruppo Adeo diventa il leader senza concorrenza nel settore bricolage.

L’11 febbraio 2012 chiude il Bricocenter del Centro Commerciale Auchan di Mugnano. Pochi mesi dopo la stessa sorte tocca allo store Leroy Merlin di Arzano. Quest’ultimo era un ex store Castorama come quello che chiuderà ad Afragola. Quando non c’è concorrenza calano i posti di lavoro. Questo è quello che viene fuori da questa storia. Per salvare il posto di lavoro i 100 addetti del negozio Leroy Merlin di Afragola, tutti residenti in un raggio di 10 chilometri dallo store da smantellare, dovranno accettare il trasferimento nel nuovo punto vendita di Torre Annunziata, ubicato al confine con il territorio di Pompei, a 40 chilometri dall’area nord dell’hinterland napoletano. Resta il problema dei circa 30 addetti part time: per continuare a lavorare dovranno accettare una trasferta quotidiana molto onerosa, sotto il profilo del costo dei trasporti. Entreranno a far parte della categoria di quelli che lavorano senza ritrovarsi un euro alla fine del mese?

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