Almaviva licenzia 2.511 lavoratori a Napoli e Roma

Almaviva chiude a Roma e Napoli e licenzia 2.511 persone, 1.666 nella capitale e 845 nel capoluogo campano. Il Partito Democratico non aveva detto che la crisi era risolta?

Almaviva licenzia 2.511 lavoratori a Napoli e RomaAlmaviva Contact ha annunciato oggi(5 ottobre) l’apertura di una procedura di riduzione del personale, all’interno di un nuovo piano di riorganizzazione aziendale. Una domanda sorge spontanea: la crisi non era stata risolta lo scorso 31 maggio? Quel giorno Confederali e azienda giunsero ad un accordo al ministero dello Sviluppo Economico.

Il Partito Democratico di Matteo Renzi fece propaganda elettorale mettendo a giro sui social il presunto salvataggio di 3 mila posti di lavoro. Il sottoscritto aveva già intuito che quell’accordo era farlocco e serviva solo per allungare l’agonia dei lavoratori. “I 2.988 licenziamenti previsti da Almaviva per il 5 giugno 2016 sono stati semplicemente rimandati ad un’altra data”. Questo è quello che ho scritto in un articolo del primo giugno 2016. I fatti mi stanno dando ragione. Il nuovo piano di Almaviva prevede la chiusura dei siti produttivi di Roma e di Napoli ed una riduzione di personale pari a 2.511 persone riferite alle sedi di Roma(1.666persone) e Napoli(845 persone). L’azienda scrive che “nel periodo successivo all’accordo del 31 maggio 2016, nonostante l’utilizzo di ammortizzatori sociali, le perdite mensili sono pari a 1,2 milioni di euro”.

La colpa è l’incontrollato aumento delle attività delocalizzate in Paesi extra UE. Sulla base dei dati ufficiali dell’Instat, in Albania nel 2015 è raddoppiato il numero dei call center che lavorano per il mercato italiano con oltre 25 mila posti di lavoro. Un italiano non può competere con un operatore albanese che prende all’incirca 300 euro al mese. Il calo dei salari è tutta colpa delle imprese committenti(Enel, Poste etc…), che negli ultimi mesi hanno utilizzato gare al massimo ribasso per assegnare le commesse. Gli esuberi non riguardano i due call center di Palermo, dove nei giorni scorsi l’azienda ha però annunciato il trasferimento di 150 operatori del call center dal capoluogo siciliano a Rende in Calabria dal 24 ottobre, per via della scadenza, da dicembre, di una commessa Enel. Il “caso” Almaviva dimostra, per l’ennesima volta, che Matteo Renzi e il PD propongono solo fuffa.

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