Correntisti pagano il Fondo nazionale di risoluzione

Banco Popolare, Unicredit e Ubi hanno iniziato ad applicare rincari fino a 25 euro a titolo di parziale recupero dei contributi versati al Fondo nazionale di risoluzione.

Correntisti pagano il Fondo nazionale di risoluzioneBrutte notizie per i clienti di Banco Popolare, Unicredit e Ubi. Chi ha un conto corrente con BP o Unicredit avrà un aumento delle spese gestionali di 25 euro, mentre quelli di Ubi pagheranno solo 12 euro in più. Come mai le tre banche hanno applicato questo rincaro? Bisogna fare una premessa.

Nel novembre 2015, dopo il recepimento in Italia della direttiva BRRD(meglio noto come bail in), è stato creato il Fondo nazionale di risoluzione per risanare le banche in difficoltà, evitando che il loro salvataggio gravi sui conti dello Stato e sia a carico dei contribuenti. 4 miliardi di euro sono stati anticipati da Intesa SanPaolo(credito poi parzialmente ceduto a Monte dei Paschi di Siena), Unicredit e Ubi Banca(credito poi parzialmente ceduto a Banco Popolare). I primi 2,4 miliardi sono già stati integralmente rimborsati(grazie ai contributi raccolti dai partecipanti al Fondo), mentre i restanti 1,6 saranno restituiti entro 18 mesi(e coperti da una garanzia di Cassa Depositi e Prestiti). Il Fondo nazionale di risoluzione ha iniettato 1,76 miliardi di euro in CariFerrara, Banca Marche, CariChieti e Banca Etruria. Quando il Fondo nazionale di risoluzione cederà le quattro banche si stima che potrà incassare intorno ai 400 milioni di euro. Banco Popolare, Unicredit e Ubi hanno deciso di rifarsi sui correntisti, informati dell’aumento delle spese gestionali con la missiva elettronica o cartacea. Al momento Intesa Sanpaolo, MPS e BPM non hanno applicato ricariche simili sui clienti. Dal primo novembre 2016 anche i possessori di un Conto Tascabile CheBanca! subiranno un aumento del canone mensile del 100%. Ma questa è un’altra storia…

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