Cgia: 1,5 milioni di disoccupati in più rispetto 2007

Nell'ultima parte dell'anno si potrà contare su 123 mila nuovi occupati e 36 mila disoccupati in meno. Rimane ancora importante il gap con il 2007.

1,5 milioni di disoccupati in più rispetto 2007Nell’ultima parte dell’anno vi saranno 123 mila nuovi occupati e 36 mila disoccupati in meno. Tuttavia, rispetto al 2007, anno precedente alla crisi, il gap resta considerevole. Lo stima l’Ufficio studi della Cgia di Mestre sulla base dei dati previsionali Istat e Prometeia. Rispetto al 2007 lo stock medio degli occupati nel secondo semestre 2017 sarà inferiore di 142.000 unità mentre i disoccupati saranno 1.447.000 in più.

Nel 2007 il tasso di disoccupazione era al 6,1%, quest’anno si attesterà invece all’11,4%. Una quota quasi doppia al dato pre-crisi. Il coordinatore della CGIA, Paolo Zabeo, ha dichiarato: “Se dal prossimo 1 gennaio terminerà il Quantitative Easing introdotto dalla Banca Centrale Europea in questi ultimi anni, molto probabilmente assisteremo a un progressivo aumento dei tassi di interesse che innalzerà il costo del nostro debito pubblico, mentre gli investimenti saranno meno convenienti”. Per un Paese come l’Italia che ha uno dei debiti pubblici in rapporto al PIL tra i più elevati al mondo, lo scenario prossimo futuro rischia di risultare, in termini di principali indicatori economici, ancora troppo lontano rispetto all’apice economico di 10 anni orsono. Il Governo Gentiloni ha in cantiere un nuovo provvedimento che dal 2018 agevoli l’assunzione degli under 32 attraverso una forte decontribuzione previdenziale. Il costo sarà di circa 2 miliardi di euro. Forse sarebbe più opportuno tagliare l’IRPEF a lavoratori, pensionati e lavoratori autonomi. Zabeo ha detto: “I posti di lavoro si creano se riparte l’economia, se con più soldi in tasca le famiglie tornano a sostenere la domanda interna e non attraverso misure artificiose. Intervenendo sull’imposta sui redditi delle persone fisiche, inoltre, ne trarrebbero vantaggio anche i pensionati e i lavoratori autonomi che, purtroppo, in questi ultimi anni non hanno beneficiato di alcun vantaggio fiscale”. Ma si sa, i politici preferiscono “regalare” soldi alle aziende.

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