Il delirio di Giuseppe Cruciani ad “Agorà”

Il giornalista si è schierato in difesa del premier sul "caso" Ruby. Guarda il video.

Giuseppe CrucianiQuesta mattina(10 febbraio), nel programma “Agorà” si è parlato per l’ennesima volta del “caso” Ruby e della richiesta di rito immediato nei confronti di Berlusconi da parte dei pm di Milano.

In studio erano ospiti Melania Rizzoli(PDL), Andrea Sarubbi(PD), il docente di antropologia filosofica all’Università di Bologna Stefano Bonaga e il giornalista Giuseppe Sottile. Tra gli ospiti c’era anche il nuovo “avvocato televisivo” di Silvio Berlusconi, vale a dire Giuseppe Cruciani. Il giornalista si è schierato in difesa del premier dal momento in cui ha ottenuto il posto di “soprammobile” nel programma calcistico di Mediaset “Controcampo”. Ma torniamo al tema del post.

Nella puntata odierna si è parlato anche della manifestazione delle donne del prossimo 13 febbraio contro l’uso sconsiderato del corpo femminile. In questo frangente la “zanzara” Cruciani ha dato il meglio di se. Il giornalista ha detto che le donne fanno bene a dare il proprio corpo ai potenti. Cruciani ha detto “Ma in un mondo in cui c’è un uomo ricco e potente a cui si rivolgono donne che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo è il segno che la società occidentale funziona. Negli Stati Uniti, in Francia e in Italia esiste la donna, o uomo, che si rivolgono all’uomo potente per ottenere qualche cosa”. Secondo questa “mente geniale”, la manifestazione del 13 febbraio ha un timbro oggettivamente Talebano.

Vi sbagliate se pensate che la “zanzara” si sia limitato a queste baggianate. Il giornalista(?) ha proseguito. Sembrava quasi un tizio che dice “parole in libertà”. Cruciani ha detto “Vendere il proprio corpo è un segnale che c’è la libertà. E’ un segnale di libertà. Meno male che esiste questa cosa. Se non esistesse, non esisterebbe la società occidentale. Saremmo in un altro mondo dove vengono tagliate le mani”. Il discorso di Cruciani si commenta da solo. Il potere dei soldi fa calpestare anche la propria dignità. “Seguendo” il ragionamento(?) del giornalista(?), riflettevo se sia un segnale di libertà anche dare due ceffoni ad un “vassallo”. Povera Italia.


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