Dal 1980 al 1996 il debito pubblico è passato da 114 a 1.213 miliardi di euro per colpa degli interessi

Il “Centro Nuovo Modello di Sviluppo” ha realizzato un kit che spiega in modo dettagliato(e semplice) la storia del debito pubblico italiano. Dal 1980 al 2011 le spese per servizi sono state inferiori al gettito fiscale per 484 miliardi. Ma 2.141 miliardi di interessi ci hanno fatto indebitare all’inverosimile.

Il volto dei creditoriIl debito pubblico è il grosso problema dell’Italia. Ad agosto 2012 il debito pubblico italiano si attestato a 1.975,631 miliardi di euro. Come siamo arrivati a questa cifra iperbolica? Il “Centro Nuovo Modello di Sviluppo” ha realizzato un kit che spiega in modo dettagliato(e semplice) la storia del debito pubblico italiano.

Il debito pubblico è la somma dei deficit, ossia delle disparità(disavanzi) che si creano nei singoli anni fra entrate e uscite. Dal dopoguerra in Italia è cresciuto il prodotto interno lordo, il gettito fiscale e la spesa pubblica. Quest’ultima però è cresciuta più di tutto ed ha generato il debito. Quindi tutto colpa della spesa pubblica? No. Il vero problema sono gli interessi sul debito. Nel 2011 abbiamo avuto un avanzo primario di 16 miliardi, ma gli interessi(78 miliardi) ci hanno provocato un deficit di 62 miliardi. Nel 2012 gli interessi dovrebbero arrivare ad una cifra vicino ai 90 miliardi di euro. Dal 1980 al 2011 le spese per servizi sono state inferiori al gettito fiscale per 484 miliardi. Ma 2.141 miliardi di interessi ci hanno fatto indebitare all’inverosimile. Capito? Abbiamo ridotto i servizi alla comunità per pagare gli interessi ai finanziatori. Nel 2011 il rapporto col prodotto interno lordo era al 120%, quest’anno dovrebbe toccare quota 123%. In futuro continuerà ad crescere perché il debito pubblico aumenterà e il PIL calerà.

Chi detiene il nostro debito? Solo il 15% del debito pubblico italiano è per somme dovute a fornitori o altri creditori diretti. Il resto è per prestiti ottenuti dal mercato finanziario in cambio di titoli di stato. Il 40% è detenuto da soggetti esteri(in continuo calo). Il resto è suddiviso tra banche italiane(20%), fondi e assicurazioni(19%), famiglie(15%) e Banca d’Italia(6%). Nel 2011 lo spread è aumentato perché i soggetti esteri(Germania soprattutto) hanno venduto i nostri titoli di Stato. All’Italia ogni aumento dell’1% procura una maggior spesa annua per interessi di 16 miliardi di euro. Quali sono le conseguenze? Si aggravano le disparità. Nel 1985, in Italia, il divario fra il 10% più ricco e il 10% più povero era 8 a 1. Nel 2008 è salito 10 a 1. L’11% delle famiglie italiane vive in povertà e un altro 7,6% è a rischio di diventarlo. Più soldi paghiamo per interessi, meno ne abbiamo per servizi e previdenza sociale. Soldi sottratti a scuola, sanità, creazione di posti di lavoro, in perfetto stile neoliberista. E’ questo il mondo che volete?

Per ulteriori info: CNMS

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