Il Partito Democratico si mangia Napoli?

Il Partito Democratico di Matteo Renzi è sceso in campo per appoggiare Valeria Valente, la candidata sindaco a Napoli. E' la scelta giusta?

Matteo Renzi e Valeria Valente mangiano una pizzaMancano poco più di un mese alle elezioni amministrative del Comune di Napoli. Il Partito Democratico di Matteo Renzi è sceso in campo per appoggiare Valeria Valente, la vincitrice delle discusse primarie dello scorso marzo. La Valente continua a tessere una vasta tela di alleanze. Sul “carro” del PD è salito anche il Nuovo Centro Destra, la formazione politica che fa parte del Governo Renzi.

Una domanda sorge spontanea: la Valente rappresenta davvero il nuovo? La risposta è no. La candidata sindaco del PD è già vecchia politicamente. Il motivo? La Valente è entrata nel consiglio comunale di Napoli nel 1997 con i DS. Nel 2001 viene rieletta e nel 2006 viene nominata assessore con delega al Turismo, agli spettacoli e alle Pari Opportunità nel peggior periodo, quello dell’emergenza rifiuti in Campania. Ricoprì la carica fino al 2010, quando per scelta lascia la carica per candidarsi a segretaria provinciale del PD di Napoli. La Valente, quindi, ha fatto parte della Giunta Iervolino, una delle più disastrose che abbiamo governato la città. Il centro sinistra(prima DS e poi PD) ha governato a Napoli per 18 anni, dal 1993 al 2011. Cosa ha lasciato in eredità?

Nel giugno 2011 Luigi De Magistris, appena insediato a Palazzo Giacomo, trova un debito di 1,5 miliardi di euro, oltre ad un disavanzo di 850 milioni. Un buco enorme: per anni le amministrazioni precedenti avevano inserito in bilancio come attivi, dei crediti che tutti sapevano essere di fatto inesigibili. Si delineava il fallimento per la terza città d’Italia. Non rimaneva che aderire al piano pre-dissesto, per ottenere un prestito dallo Stato in più tranches, da restituire in 10 anni, per ottenere il quale, il Comune doveva attenersi a un rigido piano di riequilibro che impone leva fiscale al massimo. Sanare il debito, questo l’obiettivo. Il rendiconto 2013 si è chiuso con il disavanzo ridotto a 237 milioni di euro. Questi dati fanno capire che il sindaco De Magistris ha lavorato male anche per colpa di chi l’ha preceduto. Volete riaffidare Napoli al PD e alla “cricca” che c’è dietro? Nel frattempo hanno già messo le mani su Bagnoli.

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