Stazione Bayard divorata dal degrado e dall’abbandono

La stazione Bayard di Napoli è diventato un rudere di tufo pericolante ingoiato da piante e arbusti. Nel 1839 aprì all'Italia la porta verso Portici e verso il futuro.

Stazione BayardA Napoli c’è una stazione dimenticata che può diventare una location adatta per un film horror: si tratta della stazione Bayard. Non si tratta di una stazione qualunque. La struttura fu realizzata nel 1839 dalla società Bayard ed è stata la prima stazione ferroviaria d’Italia. Il 3 ottobre 1839, dalla stazione Bayard partì il treno per Portici che inaugurò l’era moderna dei trasporti nella Penisola.

Dal 1843 la stazione fu affiancata sul lato nord dalla stazione di Porta Nolana(attuale capolinea della Circumvesuviana). In seguito alla concentrazione delle due linee ferroviarie nella nuova stazione di Napoli Centrale, nel 1866 la stazione Bayard perse la sua funzione di capolinea passeggeri, declassata a impianto di servizio. Nel 1943 fu gravemente danneggiata dai bombardamenti e dall’esplosione della nave Caterina Costa. Altri danni arrivarono con il terremoto del 1980. La stazione Bayard oggi è diventato un rudere di tufo pericolante ingoiato da piante e arbusti. A pochi metri dal rudere si trova una lapide che commemora l’arrivo a Napoli di Giuseppe Garibaldi, giunto appunto in treno, il 7 settembre 1860. In un Paese normale questa storica stazione sarebbe stata trasformata in un museo Stazione Bayard vista dall'altoferroviario. Ma siamo in Italia, un Paese che pensa a tutto tranne a salvaguardare la propria storia e cultura.

Le Ferrovie hanno posizionato in questi giorni una lunga impalcatura di ferro a sostegno della facciata per garantire l’incolumità pubblica di cittadini e turisti che ogni giorno attraversano corso Garibaldi. Nonostante le petizioni lanciate negli anni da più parti per il recupero di un pezzo di storia, progetti e finanziamenti sono avvolti dall’oblio e al momento non sono previsti interventi di riqualificazione. Nel 2009 si parlò di recuperare la struttura e destinarla a museo sulla base di un progetto del professor Aldo Loris Rossi. Il ministero dei Beni culturali stanziò 700 mila euro ma la riqualificazione non è mai partita. L’edificio, di proprietà comunale, è rimasto in stato di abbandono. Nel 2016 la II Municipalità ha inviato una nota al Comune di Napoli per chiedere la messa in sicurezza della struttura e la tutela del bene.

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