Età pensionabile in aumento ma cala aspettativa di vita

Dal 2019 in pensione a 67 anni per "colpa" del presunto aumento dell'aspettativa di vita. Nel primo semestre 2017 si è registrato il record di decessi.

Età pensionabile in aumento ma cala aspettativa di vita L’Italia è diventato il Paese del plagiamento di massa. I politici stanno facendo di tutto per togliere alle nuove generazioni il diritto alla pensione. Nel 2019 l’età pensionabile passerà dagli attuali 66 anni e 7 mesi a 67 anni. Si tratta di cinque mesi in più legati all’aspettativa di vita che, secondo i dati ufficiali dell’Istat, si è allungata di 150 giorni rispetto al 2013.

La speranza di vita alla nascita(vita media), dopo anni di crescita costante, nel 2015 subisce una battuta d’arresto, passando da 80,3 anni a 80,1 anni per i maschi e da 85,0 a 84,7 per le femmine. Nel 2016 c’è stato un lieve aumento sia per i maschi(+0,5 anni) che per le donne(+0,4 anni). Tutto bene? Mica tanto. Il 2017 si prospetta come l’anno nero della demografia italiana, tale da ribaltare la tendenza all’innalzamento dell’età per la pensione, almeno secondo il report del primo semestre comunicato dall’Istat. I decessi sono stati 343.420, 28 mila in più rispetto ai 314.692 del medesimo periodo del 2016, pari a un incremento dell’8,8%. Battuto anche l’anno record della mortalità italiana, il 2015, quando i morti nel periodo gennaio-giugno furono 339.479, un dato clamoroso che portò, nel saldo di fine anno, 647.571 decessi registrati e il calo della speranza di vita in Italia. L’aumento dell’età pensionabile con la crescita dell’aspettativa di vita è un automatismo che fa discutere, sia perché riduce le prospettive d’ingresso nel mondo del lavoro per i più giovani, sia perché l’aumento della speranza di vita non appare una tendenza così scontata dopo la battuta d’arresto del 2015 e quella del primo semestre 2017. Politici(o pseudo tali) come la Fornero e Poletti sono dannosi per il benessere dei cittadini. La Legge Fornero cambia anche la soglia per la pensione di anzianità, oggi definita impropriamente anticipata. Già perché per andare in pensione in anticipo rispetto all’età di vecchiaia sempre dal 2019 saranno necessari 43 anni e tre mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne.

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